Il galateo dell’orologio
Dress code

L’orologio e il galateo

Oggi parliamo di orologi, oggetti tanto comuni quanto complessi dal punto di vista del galateo.

Esiste un galateo dell’orologio? Si porta a destra o a sinistra?

Agli orologi, Federico Arborio Mella, ha dedicato un bellissimo libro, ma da piemontese doc se penso all’orologio da polso, la mia mente torna nella stupenda Torino animata da “Giuanin Lamiera”. Così era chiamato bonariamente dai torinesi, colui che per altri era semplicemente l’Avvocato e che per tutti era Giovanni Agnelli, padre della FIAT. Uomo eccentrico e brillante considerato il John Kennedy d’Italia, ha dominato la scena mondana nazionale per più di quarant’anni. Tanti Sono stati i suoi vezzi ma tra tutti viene ricordato per le sue camicie versione button-down con vele sbottonate della Brooks Brothers, e a sinistra, sopra i polsini, in bella vista: l’orologio. Tanti giornalisti gli chiesero il motivo di quella scelta e lui spiegava, con il solito sorriso sornione, che non era una scelta estetica ma era fatto per non rovinare i polsini della camicia con il continuo sfregare dell’orologio con il bordo,  inoltre,  posizionandolo sopra la camicia poteva risparmiare tempo nel guardare l’ora. Per quanto Vittorio Feltri ne dica nei suoi editoriali, Giovanni Agnelli è leggenda.

Ma ora arriviamo a noi e al galateo dell’orologio, come oramai sapete la mia deformazione professionale mi porta a raccontare il perché delle cose e le loro radici storiche. Philippe Patek nel 1868 realizzò il primo orologio da polso per la contessa Koscowicz d’Ungheria, colta nobildonna con un raffinato gusto per le arti e la tecnica. Fino ad allora le donne portavano questi oggetti segnatempo al collo mentre per gli uomini si usava l’orologio da taschino, oggi vezzo pretenzioso dei dandy di periferia. Solo Woody Allen riesce a rendere attuale e non pretenzioso il suo orologio da taschino dicendo: “Sono molto orgoglioso del mio orologio d’oro da taschino. Me lo ha venduto mio nonno, sul suo letto di morte”.

 Il primo orologio da uomo venne realizzato nel 1904. L’aviatore brasiliano Santos-Dumont cercava un modo più semplice e pratico per tenere sotto controllo l’ora, probabilmente durante i voli era un po’ scomodo lasciare il comando per tirare fuori dal taschino l’orologio. L’aviatore chiese al caro amico francese Cartier di realizzare per un lui un prototipo così montò un segnatempo su un cinturino di cuoio.

Quest’oggetto nato per una donna è ora attribuito maggiormente all’uomo. Per le donne nel 1868 come oggi è comunque vivamente sconsigliato indossare l’orologio con abito lungo.

Con la diffusione dell’orologio si diffondono anche i consigli per indossarlo. Destra o sinistra? Non è una risposta categorica ma, come lo indossava Santos-Dumont, si consiglia a sinistra per praticità.

L’uomo dovrebbe fare molta attenzione alla scelta dell’orologio essendo, insieme alla fede nuziale, l’unico accessorio concesso. Ora vediamo alcuni consigli generali: come per tutti i precetti delle buone maniere è sempre vietato ostentare, quindi si sconsigliano le marche delle quali è molto facile risalire al loro prezzo. Evitiamo gli orologi d’oro, eccezione fatta per quelli di famiglia, e anche orologi da tasca nella quotidianità.

Per le occasioni formali l’orologio da polso non deve mai essere indossato con il frac; con il tight meglio orologi con cinturino in pelle e quadrante metallico; e con lo smoking?  Meglio nasconderlo accuratamente sotto il polsino della camicia, meglio se con il cinturino nero. Sicuramente coordinare è sempre consigliato, il quadrante dell’orologio dovrebbe essere in accordo con i gemelli della camicia e, se possibile, con la fibbia della cintura mentre il cinturino in accordo con le scarpe.

 

 

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